INTRO
Abbiamo iniziato l'anno nuovo presentando
ABOVE THE TREE, ossia l'artista solista Marco Bernacchia che a un
certo punto della propria carriera si abbina ad un batterista con il
risultato di fondare un duo chitarra-batteria (
qui
l'articolo). Proseguiamo oggi sullo stesso filone parlando di BOLOGNA
VIOLENTA, interessante realtà della controcultura nazionale ad opera
di Nicola Manzan e di come diventi I Bologna Violenta dall'incontro
con Alessandro Vagnoni. Nemmeno a farlo apposta due artisti (Marco e
Nicola) che hanno pure collaborato assieme...
BIOGRAFIA
Bologna Violenta è il progetto solista grindcore di Nicola Manzan
(1976), violinista e polistrumentista trevigiano, fondato nel 2005 a
Bologna, da cui il nome. Sotto questo pseudonimo pubblica ben 4 album
strumentali da solista (fitti di tracce, dove ci presenta la sua
concezione del mondo, musicale o meno che sia), un quinto album in
duo, molti singoli oltre ad aver collaborato con una miriade di
artisti dell'underground e non solo. Registra tutto in solitaria
usando batterie elettroniche che mescola a chitarre grindcore su
tappeti di orchestre classiche; non rari gli estratti vocali da
vecchie registrazioni radio o televisive. Ne nasce così un mix
originale di sonorità estreme, conturbante a volte, spesso
musicalmente furioso ma soprattutto critico nei confronti della vita
moderna, non necessariamente contemporanea. Le tematiche affrontate
nei propri testi parlano infatti dei drammi della vita, dalla guerra
al contrasto tra l'essere umano e il mondo che lo circonda, ma in
particolare del difficile rapporto tra gli esseri umani stessi.
Sintomo di una mente pensante ma anche tormentata, che cerca di dare
spiegazione allo stravolgere umano della vita.
Nell'anno della fondazione di Bologna Violenta esce subito un Cd
omonimo (in larga parte influenzato dall’immaginario dei film
polizieschi), che nel 2011 viene ristampato in vinile. Ben 27 tracce
sparate, come una pistolettata, a una media di 30 secondi all'una...
Un concept album ispirato alla cronaca nera della città di Bologna,
dove all'epoca Manzan viveva: i titoli quasi ricalcati da quelli
giornalistici o dagli episodi di telefilm polizieschi, appunto. Da
subito si delinea quindi il percorso musicale di Nicola, tutto volto
allo sperimentalismo e che si associa al panorama avantgarde; i
titoli dei brani, che ricalcano i vocaboli del nome del progetto, ci
mostrano invece la valenza sociale e 'politica' dei suoi messaggi.
E' del 2010 Il Nuovissimo Mondo, disco nuovamente ispirato
alla cinematografia (nello specifico ai "mondo-movies"),
pubblicato dall'allora Bar la Muerte di Bruno Dorella, grande scouter
che battezzò innumerevoli talenti underground nazionali. Da allora è
nata un'amicizia tra i due che si protrae ancor oggi: si frequentano,
condividono i palchi ma anche gli album visto che Manzan ha
ripetutamente collaborato con qualche proprio intervento ai dischi
dei Ronin, la band di Dorella chitarrista ed autore. Il Nuovissimo
Mondo è ancora una lunga carrellata di brani dalla breve-media
durata, registrati in momenti e studi separati, nei cinque anni
dall'album d'esordio; nel frattempo, infatti, Manzan si era
trasferito nella sua natìa Treviso. Da qui in poi il progetto
Bologna Violenta diventa fortemente live: vediamo infatti Nicola
esibirsi come one-man-band non solo su molti palchi italiani ma anche
europei.
Ancora un paio di anni ed ecco il terzo album, Utopie e piccole
soddisfazioni, a sorpresa un disco assolutamente apolitico,
pubblicato in Cd, vinile in copie numerate e formato digitale. Ma la
parentesi intimista dura poco visto che nel 2014 esce il controverso
Uno bianca, un album nato per presentare i fatti di cronaca
della famosa organizzazione criminale bolognese che terrorizzò
l'Emilia Romagna e dintorni a cavallo tra gli anni '80 e '90. Il
disco ripercorre in 27 tappe, quasi in una sequenza di file da
investigatore, le gesta criminali di questa violentissima banda
capitanata dai fratelli Savi e paradossalmente formata da cinque
poliziotti (oltre che da un civile), una banda di terroristi che nel
corso delle sue socrribande si lasciò alle spalle ben ventiquattro
morti e un centinaio di feriti. Mentre negli album precedenti per
parlare di problemi sociali e politici Manzan usa un linguaggio
tipicamente sarcastico, qui non c'è più spazio per la fantasia con
il risultato di un disco violento e spietato, il marchio estremo
della produzione di Bologna Violenta. Un omaggio alla città di
Bologna con un racconto musicale di una delle pagine più violente
della sua storia. Ancora pistolettate, spesso al di sotto del minuto
di esecuzione.
Pubblicato in Cd digifile (una specie di minivinile 5"),
vinile 12" e formato digitale, questo concept album esce per la
prestigiosa Wallace Records ma anche tramite Dischi Bervisti, la
nuova avventura nel campo della produzione discografica indipendente
dello stesso Nicola Manzan. Fondata nel 2012, quest'etichetta nasce
per produrre i lavori del fondatore stesso (Utopie e piccole
soddisfazioni è l'album d'esordio) ma col tempo contribuisce
alla pubblicazione di opere di amici o musicisti dallo stile musicale
affine. Molti i duo che ci propongono i loro dischi via Bervisti, dai
METEOR (noise, Brescia) agli HATE&MERDA (duo sludge da Firenze,
loro stessi fondatori di un'etichetta discografica, la sempre più
riconosciuta Dio Drone), fino al duo di chitarre lui-lei HARMONIC
PILLOW. Anche Stefania Pedretti, una delle metà degli Ovo assieme a
Dorella, ha avuto modo di uscire con questi amici per il suo progetto
solista Alos?. In breve Dischi Bervisti diventa anche Ufficio Stampa
grazie al lavoro di Nunzia Tamburrano, la compagna stessa di Nicola,
per presentarsi al momento come una valida e completa proposta
dell'underground discografico nazionale.
Ma Nicola Manzan non è solista per amore del ripiego su sé
stesso. Strumentista apprezzato, oltre che a prestarsi per musicare
documentari e cortometraggi, contribuisce col suo apporto musicale in
molti progetti di amici e colleghi, tra quelli più o meno famosi
dell'underground, fino a personaggi universalmente riconosciuti come
Ligabue (
Secondo Tempo, 2008). Oltre alla collaborazione con
Above the Tree and Drum Ensemble du Beat nel loro
Cave Man e
in almeno tre album dei Ronin, il percorso delle pubblicazioni
discografiche di Bologna Violenta è molto
prolifico
comprendendo numerosissimi singoli, split, remix, e comparse in
compilation; c'è anche un feat con Johnny Mox, artista
solista trentino del quale abbiamo recentemente parlato a proposito
del suo progetto
Stregoni assieme
appunto a Marco Bernacchia degli Above the Tree.
Troviamo
poi le note di Manzan in album dei Baustelle, Paolo Benvegnù,
Fuzz Orchestra, Il Teatro degli Orrori, Luminal, Zen Circus... ha
collaborato anche con alcuni duo come gli Harmonic Pillow, i Pan del
Diavolo e i Kill Your Boyfriend. C'è una sezione, nel suo profilo
facebook, proprio dedicata alla raccolta completa degli album dove
Nicola compare come special guest (
qui).
Tra tutti questi incontri non poteva non incappare infine nell'
"anima gemella" in grado di farlo assestare nel formato
2-piece...
Pare che Bologna Violenta non fosse un progetto solista per
vocazione ma semplicemente per necessità, non avendo mai trovato un
artista affine desideroso di condividere e sviluppare il suo sentire
musicale. Dopo dieci anni di musica più o meno solitaria, e la forte
esigenza di un partner alla sezione ritmica, si presenta infine
l'occasione. Alessandro Vagnoni, batterista e bassista marchigiano
classe 1980 (Resurrecturis, Infernal Poetry, Dark Lunacy, The Shell
Collector), suonava all'epoca con gli Infernal Poetry, il cui
cantante faceva da fonico a Nicola con i Baustelle. Ne nasce
un'amicizia profonda, soprattutto a livello umano, per scoprire poi
anche un'affinità musicale nel percorso non certo facile scelto da
Nicola, una condivisione del concetto musicale sia a livello etico
che professionale. E' fatta, siamo nel 2015 e il progetto Bologna
Violenta diventa definitivamente un duo chitarra-batteria. Alessandro
Vagnoni si presta non solo come batterista dal vivo, arricchendo e
rendendo più coinvolgenti le performance di Nicola, ma anche come
polistrumentista in studio.
Il quinto album dei Bologna Violenta, l'apolitico Discordia,
è quindi pensato e registrato in due, il primo a quattro mani.
L'abbinata ha dato i suoi risultati: la batteria acustica lascia
maggior libertà di fraseggio alla chitarra di Nicola che si esprime
qui in maniera più melodica. L'album sotto molti aspetti è più
maturo e completo, da loro stessi definito come "pop", per
quanto questo termine possa aver senso nella musica di Manzan: musica
difficile ma qui con forti sfumature easy-listening; anche i brani
diventano più lunghi trasformandosi quasi in vere e proprie
"canzoni".
Attualmente in lavorazione sul secondo album in duo, dicono però che
si ritornerà in terreni più estremi... Anche i concerti ne
guadagnano: una botta di energia e violenza che vale il doppio,
chitarre velocissime, batteria furiosa, un dinamico grind duo a
dimostrazione delle capacità tecniche straordinarie dei suoi
strumentisti. Il tutto arricchito da un serie di visual creati da Nicola
stesso. Entrano a far parte del kit di Bologna Violenta one-man a
partire dal tour di Uno Bianca, come strumento necessario per
approfondire il significato dei brani strumentali. Viste le tematiche
degli album non potete che immaginarli come sono: violenti, macabri e
inquietanti...
A proposito di video, ne sono stati realizzati due ufficiali da
Discordia. Essendo il concetto alla base dell'album incentrato
sulla tendenza degli umani a farsi guerra tra loro, il primo
estratto, ad anticipazione dell'album stesso, non poteva non cadere
sul terzo brano, esplicitamente intitolato "Incredibile lite al
supermercato". Ovviamente contiene scene di violenza, immagini
riprese coi cellulari e caricate sul web, montate per l'occasione,
mentre gli strumenti picchiano come non ci fosse più un domani...
Girato da Leonardo Amati del Trivel Collective. E' invece di recente
pubblicazione (gennaio 2017) il video "Colonialismo",
tratto dalla traccia di chiusura all'album stesso, nata in
collaborazione con Monique Mizrahi (Tre Allegri Ragazzi Morti e
Honeybird & the Monas) che suona qui un charango, strumento
sudamericano a sei corde, simile a una chitarra. E' lo strumento
stesso e la sua sonorità ad aver ispirato il titolo al brano mentre
il video è stato realizzato assemblando una serie di scene tratte
dal documentario
Africa Addio di Gualtiero Jacopetti e Franco
Prosperi, dove l'orrore del colonialismo è presentato in tutta la
sua crudeltà. Abbinamento come sempre riuscito con il grindcore
furioso della band.
Discordia viene pubblicato l'11 aprile 2016 via Overdrive
Records e Dischi Bervisti ed è distribuito da Goodfellas. Come
spesso per gli album di Manzan i formati su cui viene inciso sono
molteplici, qui dal vinile nero 12" e Cd alla nostalgica
audiocassetta. La copertina, studiata da Nicola stesso in
collaborazione con
Eeviac (l'ormai
grafico musicale di culto, autore di splendide copertine d'album e
non solo) rappresenta i rottami di due locomotive, accartocciate tra
di loro, ad esasperare il concetto di 'scontro'. Molti gli special
guests presenti nel disco, secondo la tradizione collaborativa tipica
di Nicola: ritroviamo la tromba e trombone degli Ottone Pesante, il
charango di Monique “Honeybird” Mizrahi (Tre allegri ragazzi
morti), il pianoforte di Paolo Polon e una serie di voci sparse per
le varie tracce. Musica di confine ma di qualità per Bologna
Violenta... un progetto preciso, e ben calibrato nel suo essere
estremo, che è persino stato materia d’esame nel corso di “Arte
digitale” all’Accademia di Belle Arti di Venezia...
Eccoci giunti alla fine di questa presentazione; non ci resta che
scendere nei dettagli: dell'album grazie alla recensione ad opera di
Danilo 'Damage' Peccerella, nell'articolo dedicato (
qui) e della band, con l'intervista a Nicola Manzan e Alessandro Vagnoni del
duo grindcore Bologna Violenta. Buona lettura quindi, e buon ascolto
dell'album e dei video correlati.
LABELS
Overdrive
Records www.over-drive.it
La Overdrive nasce nel 2011 in provincia di Catanzaro
per stabilirsi poi definitivamente a Milano. Oltre alla stampa
musicale nei formati vinile, cd e dvd, e al mastering finale
dell'album, cura con attenzione anche le rifiniture del packaging
oltre che occuparsi del materiale promozionale e del merchandising
della band.Tra i duo in catalogo
troviamo anche le AGATHA, storico duo femminile basso-batteria dalla
capitale lombarda.
www.facebook.com/Overdrive-178907108798691
INTERVISTA
1.
Carissimo Nicola, benvenuto qui all'Edp. Sono felice di aver
approfondito con questa retrospettiva il tuo percorso musicale che mi
incuriosiva da parecchio tempo. La formazione del duo
chitarra-batteria è l'occasione per intervistarti, ma partiamo dagli
albori: ci parli del tuo percorso di ascolti musicali? Lo studio del
violino presume una cultura classica a monte: quando sei arrivato a
conoscere generi di confine come l'avantgarde o il grindcore? E come
hai integrato queste influenze col tuo strumento primo?
N:
Ho iniziato ad ascoltare musica fin dalla più tenera età. Mio padre
aveva una collezione di vinili di musica classica e vari dischi di
cantautori e musica mista dal folk ai documentari in vinile. Fin dai
quattro o cinque anni ho iniziato ad ascoltare vinili autonomamente,
il giradischi mi era stato dato in affidamento e passavo le giornate
ad ascoltare musica a caso, ispirandomi di volta in volta alle
copertine, alle durate, a quello che non avevo ancora sentito. A
cinque anni ho iniziato a studiare musica, a otto a suonare il
violino, strumento in cui mi sono diplomato a vent’anni circa. In
questo lasso di tempo ho assimilato molte nozioni di natura tecnica,
ma allo stesso tempo verso i quattordici anni ho iniziato a suonare
la chitarra (che non ho mai realmente studiato) e ad ascoltare musica
diversa. Prima un po’ di metal, poi hardcore, punk e tutte le varie
deviazioni tipo, appunto, il grindcore e le cose più rumorose. Verso
i diciott’anni ho iniziato a suonare con varie band, oltre ad avere
un’attività abbastanza intensa di concerti con varie formazioni
classiche. Il fatto di poter suonare con realtà così diverse faceva
sì che potessi tenere tutto parecchio separato: da una parte il
violino e la classica, dall’altra la chitarra e il rock e affini,
anche se capitava che dovessi registrare qualche parte di violino in
studio per progetti più o meno rock. Solo successivamente, diciamo
dal 2000 in poi le due cose hanno iniziato a fondersi, forse anche
per il fatto che da quel periodo non ho più suonato classica. Il
violino è il mio strumento, quindi sentivo il bisogno di portarlo in
ambiti dove di solito non lo portavo. E così ho iniziato a
collaborare con molti gruppi e alla fine, negli ultimi anni, il
violino (e gli archi in generale) sono diventati parte integrante del
mio progetto più estremo, ovvero Bologna Violenta, dove cerco di
mescolare la classica con sonorità ben più estreme. Il fatto di
usare uno strumento conosciuto per essere melodico, non implica il
fatto che debba per forza essere usato in questo modo, anche se può
essere un ottimo mezzo per creare qualcosa di molto fastidioso e
quindi efficace per ciò che faccio con questo progetto.
2.
All'epoca della fondazione di Bologna Violenta, abitavi ovviamente in
quella città. C'è chi vi riconosce una seconda casa e la sublima,
penso ai Cani dei Portici, mentre tu, da osservatore esterno, quasi
come un investigatore, ti sei sempre concentrato sui vizi e la
corruzione della città in cui vivevi. Pare quasi che la tua
vocazione mancata sia quella del giornalista di cronaca! Ci vuoi
parlare del tuo rapporto conflittuale con Bologna? Specchio comunque
del tuo sentire il mondo intero...
N:
Ti dirò… anche per me è diventata una seconda casa per anni. Ci
sono stati vari momenti della mia vita in cui non riuscivo a star
lontano da Bologna. Era una specie di non-luogo dove mi ero creato
una vita molto diversa da quella che avevo dove sono cresciuto. Allo
stesso tempo, però, è diventata per me un simbolo del fatto che se
non si sta bene con se stessi, neanche una città nuova e piena di
stimoli può sistemare le cose. Sono andato a viverci in un momento
in cui sentivo di aver più o meno esaurito tutto a Treviso, ma una
volta arrivato lì è stato tutto molto più duro di quello che mi
potessi immaginare. La colpa, ovviamente, non era della città, ma
era una mia situazione psicologica particolare che mi ha portato a
guardare questa città “felice e accogliente” con occhi diversi,
magari non quelli del cronista, ma di quello che vuole scavare sotto
la superficie per vedere cosa c’è che non va, dietro a tante cose
belle (o presunte tali). Dall’osservazione di Bologna sono passato
per vari motivi a cercare una visione più generale degli esseri
umani, un po’ come nel film documentario Mondo Cane in cui
vengono raccontate le vicende più curiose, ma a volte anche
tragiche, di varie popolazioni del mondo. Tutto questo è coinciso
proprio con la nascita di Bologna Violenta e tutta questa serie di
meccanismi mentali si è sempre riflessa in modo pesante sulla sua
musica. Non ce l’ho con Bologna, anche se mi ha lasciato alcune
cicatrici pesanti nei ricordi.
3.
Vedi veramente solo odio, conflitto e lotta attorno a te? Il mondo e
la sua gente è veramente lanciata senza speranza in un percorso di
non ritorno?
N:
Se da un lato penso che l’estinzione umana sia ormai inevitabile (a
volte penso che sarebbe anche necessaria), devo dire che non vedo
solo odio e discordia intorno a me. Non è possibile dire una cosa
del genere. Conosco fortunatamente molte persone che potrebbero
essere di esempio per un’umanità migliore, ma ho sempre
l’impressione che siano una piccola minoranza. Il resto mi sembra
un continuo tutti contro tutti. Viviamo in un paese molto ignorante,
quindi il livello di comunicazione è molto basso, di conseguenza la
gente tende a litigare per niente.
4.
Si vede spesso la tua musica descritta come 'avantgarde retrò': ci
vuoi spiegare questo ossimoro?
N:
Beh, è una definizione che mi sembrava simpatica, principalmente, ma
anche azzeccata. Penso che, se da un lato ci sia una continua ricerca
da un punto di vista musicale, per creare qualcosa di veramente
nuovo, dall’altro c’è anche una forte componente legata alla
musica del passato. Spesso scrivo le parti di archi come se fossero
dei pezzi di musica classica, rispettando le regole dell’armonia e
via dicendo, ma magari sotto ci sono chitarre che fanno rumore e
batterie in blast beat.
5.
I titoli dei tuoi brani sono spesso evocativi, immaginifici. Nel
corso della tua carriera live hai inoltre introdotto dei visual di
tua composizione a sottolineare questo sentire. La tua composizione
musicale si basa quindi su immagini della mente ben precise? Del
resto ti sei basato fin dal principio su film (polizieschi) e anche
l'ultimo album si apre con un titolo, dopo undici anni, in tema.
N:
Bisogna innanzitutto tenere in considerazione il fatto che faccio
principalmente musica strumentale, quindi col titolo devi già dare
un’immagine abbastanza chiara di quello che vuoi dire. Penso che
questo derivi dal mio background classico, penso ad esempio ai Quadri
da un’esposizione di Musorgskij o a The Planets di
Holst. Pur non essendo un grande amante dei concept album, alla fine
mi son ritrovato a fare dei concept abbastanza importanti. Penso ad
Uno Bianca, lì ad esempio i pezzi sono nati dalla lettura di
libri e da immagini che trovavo su youtube, quindi la suggestione
grafica era molto forte, anche perché spesso conoscevo i posti in
cui si erano svolti i vari misfatti della banda. Altre volte il
titolo e le immagini che andranno nel visual durante il concerto
arrivano dopo che il pezzo è finito, mi arriva spesso tipo
un’intuizione mentre sto facendo altro, come in alcuni pezzi
dell’ultimo album, in cui dietro ad un concept generale (la
discordia) si alternano vari momenti quasi slegati tra loro.
6.
Hai musicato documentari e cortometraggi, è questa una tua
dimensione ideale?
N:
È un tipo di lavoro che mi piace molto fare. Direi che è una delle
mie dimensioni preferite senza ombra di dubbio,
7.
Nel 2012 concretizzi una tua etichetta personale, la Dischi Bervisti,
per la pubblicazione di Utopie e
piccole soddisfazioni. Col tempo
produci altre band, tra le quali anche duo chitarra-batteria: ci
delinei il suo sviluppo? Che ruolo ha, in questo momento, la DB nella
tua vita musicale?
N:
L’etichetta è nata proprio per dare una casa al mio terzo disco.
Mi piaceva l’idea di avere un distributore che credeva in me e
qualche altra etichetta che mi aiutava, ma l’intenzione era quella
di far uscire più o meno tutto quel che riguardasse BV attraverso la
mia etichetta, come per poter avere sempre un controllo accurato dei
dischi dall’inizio alla fine. Ovviamente questa cosa ha fatto sì
che dopo poco abbiamo iniziato ad aiutare alcune band di amici a
pubblicare i loro dischi, mentre Nunzia, la mia compagna, ha iniziato
a curare l’ufficio stampa sia per BV che per le band che glielo
chiedevano e che le piacevano. Al momento siamo a più di trenta
release, tra digitale e fisico, e abbiamo in programma già altre
uscite molto interessanti e in cui crediamo molto.
DB
ha un ruolo molto importante, perché mi tiene costantemente in
contatto con un’infinità di band e mi fa capire anche come
funzionano le cose fuori dalle mie quattro mura. Mi serve per BV,
come BV serve all’etichetta. Facendo due conti, devo dire che gran
parte delle coproduzioni le faccio grazie ai guadagni del merch di
BV, ma allo stesso modo ho la possibilità di aiutare da un lato i
gruppi che mi piacciono, dall’altro riesco ad ampliare i confini
del mio mondo. Comunque, ad essere sinceri, è un lavoraccio quasi
sempre in perdita!!!
8. Hai avuto modo di condividere l'amicizia con molti duo
chitarra-batteria nella tua lunga carriera musicale. Pensavi di
approdare a questa line-up, prima o poi? O è stato un puro caso
trovare proprio in un batterista la tua anima ideale con cui
collaborare in maniera fissa e continuativa?
N:
La mancanza più grande che ho sempre sentito, soprattutto dal vivo,
è quella della batteria. Un batterista vero dà un altro tipo di
groove ai pezzi anche se sono stati scritti al computer e anche se
poi vengono suonati alla perfezione. D’altra parte, sentivo che la
parte ritmica era un po’ il mio punto debole, quindi un batterista
che mi aiutasse sotto questo aspetto e che portasse anche un po’ di
aria fresca sarebbe stato più che il benvenuto. Quindi la scelta è
stata tutt’altro che casuale. Ho avuto modo di conoscere vari
batteristi e di capire quale potesse fare al caso mio, senza neanche
mai sforzarmi troppo, però. La condizione di one-man-band spesso è
molto comoda. Poi è arrivato Alessandro, che mi sembrava quello
giusto, con una mentalità molto aperta anche se molto preparato
tecnicamente. L’ho studiato per qualche anno (o meglio, mi ha
stalkato per anni, ma in maniera mai fastidiosa), poi mi sono
definitivamente convinto del fatto che avremmo dovuto suonare insieme
dopo averlo visto eseguire dei brani di BV che ritenevo insuonabili.
La
cosa più strana, a cui però ho quasi fatto l’abitudine, è
proprio quella di pensare che adesso non sono più solo, che certe
idee devo comunque farle vagliare ad un’altra persona. Devo
comunque dire di essere fortunato, con Alessandro c’è una bella
intesa anche fuori dal palco, quindi è un piacere lavorare e
condividere delle idee con lui. Con tutte le date che abbiamo già
fatto mi sembra quasi strano pensare che prima fossi da solo!
9.
Hai collaborato sempre moltissimo con tanti artisti di varia
estrazione. Com'è invece stabilirsi in due nel proprio progetto
musicale? Che valore aggiunto ha conferito Alessandro Vagnoni,
secondo te, a Bologna Violenta? E come reagisce il pubblico a una
proposta a due anziché solista?
N:
Innanzitutto c’è la questione di cui sopra, ovvero del fatto che
la parte ritmica non è il mio forte, quindi sento che Alessandro mi
ha dato una mano ad andare avanti con la “ricerca” anche sotto
questo punto di vista. Poi c’è anche da dire che dal vivo mi ero
un bel po’ stancato di essere da solo e al centro dell’attenzione.
Facendo due conti, avrò fatto una cosa come 400 concerti senza
neanche i visual, in cui per quaranta minuti dovevo dare il massimo
con tutti gli occhi puntati addosso. Sentivo il bisogno di essere in
due sul palco anche per una questione di energia. Mi rendo conto che
in due c’è un altro tipo di feeling, sia sul paco che fuori. La
gente è ben disposta perché penso che guardare uno che suona la
chitarra su una base non sia sempre il massimo… per quanto molti
dicessero che potevo anche fare tutto da solo, ultimamente sentivo la
necessità di avere una sorta di complice sul palco.
10.
Una domanda anche a te, Alessandro. Da polistrumentista che sei hai
una visione ampia della musica. Come ti sei approcciato al progetto
già ben definito di Nicola? Quali le tue soluzioni per far quadrare
una band di due soli strumenti?
A:
Diciamo che io ho un approccio agli strumenti e alla tecnica molto
diverso da Nicola, il quale è diplomato al Conservatorio; io invece
ho sempre e solo rubato dai dischi e dagli amici tutto quello che
sentivo e vedevo fare, il tutto sintetizzato dalla mia personale
visione della musica. La cosa buffa del lavorare insieme a Nicola, in
fase compositiva, è che lui ha un'idea diversa da come io "sento"
una particolare ritmica mentre io, d'altro canto, non capisco più
niente quando lui mi rimanda indietro il pezzo finito, dovendomelo
ristudiare da capo. Anche sapendo suonare altri strumenti, quello che
fa Nicola è ancora un mistero per me. Ha un iter compositivo e un
modo di arrangiare i suoi brani che è suo e basta. Io mi limito a
farmi investire dalla sua musica senza troppo stare ad interpretarla
e a cercare di fornirgli un materiale ritmico in cui lui possa
ritrovarsi, dopo 9 anni e più ad avere tutta la fase di scrittura in
mano. Su disco, oltre alla batteria, suono anche il basso. Nicola si
occupa di chitarre, archi e synth. Per il live ci avvaliamo di
sequenze pre-registrate (suonate comunque da noi): questo ci permette
di essere sul palco in due senza snaturare la vocazione "cameristica"
della musica di Bologna Violenta.
11.
Com'è nato e si è sviluppato il vostro album a quattro mani?
Discordia
è un po' diverso dalle altre registrazioni di Bologna Violenta.
N:
I pezzi sono nati dalle batterie di Alessandro che io ho ricomposto e
sistemato in base alle mie idee e necessità. Dopo aver scritto le
varie parti le abbiamo registrate ognuno per conto proprio (lui basso
e batteria ed io tutto il resto), Alessandro ha poi mixato ed io ho
masterizzato. Tutto abbastanza semplice e lineare, anche se per me
fare un disco è sempre una mezza tragedia. Mi sento cadere il mondo
addosso e mi sento investito di mille responsabilità. Comunque direi
che in generale il disco ha avuto uno sviluppo abbastanza lungo, i
primi provini erano abbastanza vecchi, subito successivi ad Uno
Bianca, credo, ma la realizzazione è stata tutto sommato molto
veloce. Se suona un po’ diverso è perché Alessandro è molto
bravo dietro al mixer e anche perché volevamo dargli una sonorità
meno grezza ed aggressiva di Uno Bianca e dei dischi precedenti.
12.
Il prossimo album a due come si svilupperà, che piega ha intenzione
di prendere? Ci potete dare qualche anticipazione? Sarà nuovamente
un concept album?
N:
Questa domanda mi riempie di molta ansia (scherzo, ovviamente). Non
so se sarà un concept, al momento ho qualche provino e un mare di
batterie che mi ha mandato Alessandro. Abbiamo anche delle idee per
stravolgere tutto, ma non sappiamo se è ancora il momento giusto per
farlo. Per ora vediamo di finire questo tour che dura da quasi un
anno, poi capiremo il da farsi!
Grazie
per la vostra presenza nei nostri spazi, Nicola ed Alessandro, e per
la vostra cordiale disponibilità. Vi auguro una lunga carriera
insieme e, come dico spesso: Stay rock, Stay duo! Volete concludere
con qualche parola vostra?
N:
Grazie infinite a voi per lo spazio che ci concedete! La cosa che mi
sento di dire è di supportare la musica indipendente, di cercare di
essere curiosi e di andare oltre a quello che ci propinano tv e radio
commerciali. C’è un mondo di musica da scoprire, che magari può
essere anche particolare o può non piacere a tutti, ma se non altro
non è banale come gran parte di quello che viene dato in pasto alle
masse.
Link band:
DISCOGRAFIA
DISCORDIA
2016, Overdrive Records, Dischi Bervisti, Goodfellas (Grindcore,
Avantgarde Retrò)
1.Sigle di telefilm 2.Il canale dei sadici 3.Incredibile lite al
supermercato 4.Un mio amico odia il prog 5.Il tempo dell'astinenza
6.Leviatano 7.Chiamala rivolta 8.L'eterna lotta tra il bene e le
macchine 9.I postriboli d'Oriente 10.Binario morto 11.Discordia
12.Lavoro e rapina in Mongolia 13.Il processo 14.Passetto 15.I
felici animali del circo 16.Colonialismo
Qui lo ascolti
https://bolognaviolenta.bandcamp.com/album/discordia
QUI la nostra recensione
UNO
BIANCA 2014, Woodworm, Wallace Records, Dischi Bervisti
(Grindcore, Avantgarde)
1. 19 giugno 1987- Pesaro: rapina casello A-14
2. 31 agosto 1987- San Lazzaro di Savena (BO): rapina casello A-14
3. 3 ottobre 1987- Cesena: tentata estorsione
4. 30 gennaio 1988- Rimini: rapina supermercato Coop
5. 19 febbraio 1988- Casalecchio di Reno (BO): rapina supermercato
Coop
6. 20 aprile 1988- Castelmaggiore (BO): attacco pattuglia carabinieri
7. 19 settembre 1988- Forlì: rapina supermercato Coop
8. 26 giugno 1989- Bologna: rapina supermercato Coop
9. 15 gennaio 1990- Bologna: rapina ufficio postale
10. 6 ottobre 1990- Bologna: rapina tabaccheria
11. 10 dicembre 1990- Bologna: assalto campo Rom
12. 22 dicembre 1990- Bologna: attacco lavavetri extracomunitari
13. 23 dicembre 1990- Bologna: assalto campo Rom
14. 27 dicembre 1990- Castelmaggiore (BO): rapina distributore
15. 4 gennaio 1991- Bologna: attacco pattuglia carabinieri
16. 20 aprile 1991- Bologna: rapina distributore
17. 30 aprile 1991- Rimini: attacco pattuglia carabinieri
18. 2 maggio 1991- Bologna: rapina armeria Volturno
19. 19 giugno 1991- Cesena: rapina distributore
20. 18 agosto 1991- San Mauro a Mare (Fc): agguato auto senegalesi
21. 28 agosto 1991- Gradara (Ps): scontro a fuoco con due poliziotti
22. 24 febbraio 1993- Zola Predosa (Bo): rapina bianca
23. 7 ottobre 1993- Riale (Bo): rapina bianca
24. 3 marzo 1994- Bologna: rapina bianca
25. 24 maggio 1994- Pesaro: rapina bianca
26. 21 ottobre 1994- Bologna: rapina bianca
27. 29 marzo 1998- Rimini: suicidio Giuliano Savi
Qui lo ascolti
https://bolognaviolenta.bandcamp.com/album/uno-bianca
UTOPIE
E PICCOLE SODDISFAZIONI 2012, Wallace Records, Dischi
Bervisti (Grindcore, Sperimentale, Avantgarde)
1.Incipit 2.Vorrei sposare un vecchio 3.Utopie 4.Sangue in bocca
5.Costruirò un castello per lei 6.E' sempre la solita storia, ma un
giorno muori 7.Valum tavor Serenase 8.You're enough 9.Lasciate che
i potenti vengano a me 10.Remerda 11.Intermezzo 12.Il convento
sodomita 13.Terroe nel triregno 14.Mi fai schifo 15.Il bimbo
16.Lutto della testa 17.Piccole soddisfazioni 18.Popolo bue 19.Le
armi in fondo al mare 20.Transexualismo 21.Finale -con
rassegnazione
Ascolto e freedownload
https://bolognaviolenta.bandcamp.com/album/utopie-e-piccole-soddisfazioni
IL
NUOVISSIMO MONDO Vinile 2010, Bar la Muerte, (Grindcore,
Sperimentale, Avantgarde)
1.Il nuovissimo mondo 2.Morte 3.Trapianti giapponesi 4.Danze
cecene 5.El Grindo 6.Un virus terrificante 7.Le regine delle
riviste porno 8.il sommo fallo 9.Maledetta del demonio
10.Chirurgia sociale 11.Nudo e crudele 12.Blue Song 13.La donna
nel mondo 14.Mondo militia 15.Il trionfo della morte 16.La
mattanza 17.Il declino della musica contemporanea 18.Un Paese
pietoso 19.Stronzi 20.Una buona cosa 21.Sono diventati tutti
mostri 22.Pistola e dare ordini 23.L'uomo: ultimo atto?
Ascolto e freedownload
https://bolognaviolenta.bandcamp.com/album/il-nuovissimo-mondo
BOLOGNA
VIOLENTA Cd 2005, Vinile 12" e formato digitale 2011,
Grind Block, Hypershape, Destrozado Records (Avantgarde,
Sperimentale, Grindcore)
1.Città violenta 2.Il cittadino si ribella 3.Corruzione al palazzo
di giustizia 4.Paura in città 5.Violenza contro la violenza 6.
Bologna trema, la polizia può sparare 7.La violenza, quinto potere
8.Bologna odia 9.Bologna, l'altra faccia della violenza 10.La via
della droga 11.Bologna rovente 12.Bologna drogata, la polizia non
può intervenire 13.Bologna centrale del vizio 14.I violenti di
Bologna bene 15.Bologna, difendersi o morire 16.Bologna spara!
17.Bologna calibro9 18.Bologna nera 19.Bologna a mano armata
20.Provincia violenta 21.La morte risale a ieri sera (i bolognesi
ammazzano il sabato) 22.I padroni della città 23.Puttane a Bologna
(Bologna come Budapest) 24.La città sconvolta, caccia spietata ai
rapitori 25.Bologna si ribella 26.Bologna: ultimo atto? 27.Tira la
boccia
Ascolto e freedownload
https://bolognaviolenta.bandcamp.com/album/bologna-violenta-12-vinyl
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Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle