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venerdì 26 ottobre 2018

163. RECENSIONE53: A Place to Leave by I-Taki Maki





I-Taki Maki... un duo del quale abbiamo ampiamente trattato... Ciociari di nascita ma vagabondi nell'anima, Mimmi e strAw si trasferiscono presto a Berlino dove fanno la gavetta come buskers. Con il terzo album all'attivo, Dust... and it will be for ever, si aprono invece le porte dei club.
Ormai inseriti nel tessuto cittadino, non scordano però le fatiche di inserirsi in un nuovo tessuto sociale e, di fronte al massiccio fenomeno migratorio di questi ultimi anni, non restano certo indifferenti, del resto si tratta di una tematica che da sempre sta a cuore ai due. A Place to Leave, il loro quarto Lp in studio, diventa così un concept album imperniato sui dolori, le sofferenze e le paure di questi nuovi diasporati.
A seguire la recensione del nostro collaboratore Mali Yea, chitarrista del duo reggiano Anice, ma se volete saperne di più sul duo, sulla loro esperienza in Germania, o approfondire il loro punto di vista sulla tematica della migrazione grazie alla nostra intervista, rimandiamo all'articolo di aggiornamento appena pubblicato (qui).

Video
Glasses” Balcony TV https://www.youtube.com/watch?v=ZEWzmFund3o

Contatti Band:

A Place to Leave credits:
Scritto e suonato da: Go-Mimmi-Go (Voce, batteria, glockenspiel melodica, percussioni) e StrAw (Voce, chitarre, loops, tastiere)
Special Guest: Antonio Tortorello, tastiere su "The Grey Side of the Sky"
Registrato da strAw al Yattaman Studioz (Altari FR)
Missato e mastgerizzato da StrAw al Glasower Castle (Berlino)
Prodotto da: La Valvola 
Artwork di StrAw
Foto di Kate Seabrook

Qui lo ascolti

A Place to Leave 2018
La Valvola
(DarkWave, SlowCore)
1. Closer
2. White Wall Slot
3. Glasses
4. Inside a Strom
5. The Gray Side of the Sky
6. Empty Rooms
7. That Was...
8. On the grass
9. Goodnight


RECENSIONE
I-TAKI MAKI "A Place to Leave"
Lp 2018 La Valvola

Una tendenza abbastanza diffusa, perlomeno nell’ambito “duo” italiano, è quella di portare i suoni all’estremo… amplificatori sparati a cannone e distorsioni esasperate, necessarie sì ma spesso stucchevoli se utilizzate arbitrariamente… per molti è una via obbligata, una risposta impulsiva contro l’horror vacui generato dal timore di non essere mai “abbastanza”…
La maggior parte dei duo, da questo infelice punto di vista, sembra confluire verso quel minimo comun denominatore che tutti tende a uniformare, spesso impoverendo la “biodiversità” che tanto ci è cara. Questo fortunatamente non è il caso dei I-Taki Maki, progetto che fluttua accortamente tra lo slow core di carattere intimistico e l’alternative rock in versione minimale.

I-Taki Maki sono essenzialmente Mimmi (voce, batteria, glockenspiel, melodica) e strAw (voce, chitarra, loops, keyboards), coppia sul palco come nella vita reale, duo formatosi nel 2012 ad Alatri, provincia di Frosinone e in pianta stabile a Berlino a partire dal 2015.

Il loro quarto album intitolato A Place to Leave, pubblicato l'8 gennaio 2018 e prodotto da La Valvola, può essere considerato un concept album, infatti tutte le composizioni si sviluppano attorno al tema principale che si riassume sostanzialmente in questa frase: “Dedicated to the ones who found their safe place & to everyone who is still looking for it”. Ciò che ne risulta sono 9 brani dal sapore dark, attraversati argutamente da un impalpabile filo conduttore che denota una certa maturità stilistica, influenzata probabilmente dalla loro prolifica permanenza berlinese. L’architettura del disco è ben congegnata e tutte le canzoni del disco sembrano far parte di un'unica composizione corale, dosata nei "respiri", nei pieni e nei vuoti. "Closer" ad esempio, il primo brano ad aprire le danze, restituisce immediatamente una nitida fotografia dell'immaginario della band, fino alla conclusiva "Goodnight", versione moderna delle ninne nanne che non ci hanno mai cantato da bambini. Personalmente non sono mai stato un amante del cantato, ma in questo caso, sin dall'inizio, è difficile non farsi trascinare sotto la superficie morbida dei cuscini del divano, pilotati dalla calda voce della cantante. Un viaggio in autostrada nella corsia di destra, rasentando gli 80 km/h, con tutto il tempo utile per godersi il panorama che si srotola nei suoi più piccoli dettagli ai nostri occhi.

Mali Yea


Articolo ad opera di Giusy Elle


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