Dalla
provincia di Ancona (ma con stanza a Bologna), ecco arrivare
il duo chitarra-batteria più "antico" d'Italia. Nato
stilisticamente nel 2011 con la svolta sonora che li distingue
attualmente, riassumibile in un ArtCorePunk, in realtà suonano
assieme fin dal 1996, quand'erano solo dei ragazzini. Un full album e
due ep nella prima fase, specularmente: due ep e un full lenght nella
seconda.
Oggi andiamo a presentare Acephale,
l'ultima fatica discografica (uscita ormai da un anno) di Filippo
Brandi (chitarra e voce) e Niki Ruggeri (batteria), un album formato
da 9 tracce all'insegna dello sperimentalismo dove i due miscelano le
loro storiche influenze musicali: hardcore, noise e RIO, affrontate
con attitudine punk. Il cantato, componente sempre in evoluzione
nella loro carriera, si attesta ora in un alternarsi di sussurra e
grida mentre i testi, in italiano e costantemente frammentati, ci
parlano del mal di vivere e della follia del mondo che ci circonda.
I Ludmilla Spleen, dopo vent'anni di
vita, suonano per il puro piacere di farlo, non pianificano nulla, né
il numero né la rotta da imprimere ai propri dischi, semplicemente
suonano in sala prove dove sperimentando si evolvono;
fondamentalmente una live band, quando si ritrovano ad avere un
numero sufficiente di tracce, le raccolgono in una registrazione.
Come detto in altre occasioni: la loro è pura espressione artistica,
scevra da dettami d'ogni sorta e da regole preposte.
In questo nuovo percorso che si
concretizza a partire dal 2011, i due si appoggiano a una figura di
spicco nell'imprenditoria musicale italiana, ossia Fabio Magistrali
(A Short Apnea), che con la sua concezione della musica e del
rapporto da instaurare con gli artisti, ne è diventato infine un
fido amico. Con Acephale si appoggiano finalmente anche a
delle etichette discografiche, Neon Paralleli su tutte (di Paolo
Cantù -Afterhours, A Short Apnea), seguita da altre piccole realtà
coproduttrici.
Per l'approfondimento su tutte
queste label indipendenti, su Acephale e sulla carriera dei
due, nonchè per poter accedere all'intervista con Filippo e Niki,
rimando all'articolo d'appoggio a questa
recensione, mentre qui procediamo con un po' di dati tecnici relativi
all'album e al suo approfondimento secondo la prospettiva del nostro
collaboratore Nicola Cigolini, batterista del duo aretino Samcro.
Buona lettura quindi e buon ascolto della proposta musicale
marchigiana che prende il nome di LUDMILLA SPLEEN!
Ascolto integrale di Acephale: http://ludmillaspleen1.bandcamp.com/album/acephale
Filippo Brandi: chitarra voce em-20 sa-1
Niki Fabiano: Ruggeri batteria voce em-20
Registrato & Missato da Fabio Magistrali
@ a short pants's house (LE) luglio 2015 & @ la baliverna (AN) agosto 2015
w/t Magister Mob Studio
Mastering Maurizio Giannotti
@ New Mastering Studio (MI) novembre 2015
Testi: Filippo Brandi
Foto di Maria Ambra Silvi
Layout e grafica: Njoy Falling
Etichette: Neon Paralleli -Artista Anch'io -Astio Collettivo -Icore Produzioni -Narvalo Suoni -Villa Inferno Records
ACEPHALE
2015
Neon Paralleli,
Artista Anch'io, Astio
Collettivo, Icore Produzioni,
Narvalo Suoni, Villa
Inferno Records
(PostPunk,
Noise, ArtCore)
1. Emilia
2. Abito la battaglia
3. Fame
4. Rosebud
5. Il popolo dei topi
6. Marte
7. Ebani
8. La sera del dì di
festa
9. Bilbao
RECENSIONE
LUDMILLA SPLEEN
"Acephale"
Lp 2015 Neon Paralleli
I LUDMILLA
SPLEEN (Filippo Brandi alle corde e Niki Ruggeri alle pelli) sono un
duo di origini marchigiane con base a Bologna. Sono attivi dal 1996
(uno dei più longevi duo in circolazione nell’italico stivale) e
nel novembre 2015 fanno uscire "ACEPHALE".
Atmosfere dark
di un’Emilia nebbiosa e rassegnata a una brutta fine in cui il duo
ci vuole trasportare fin dai primi secondi di disco. Non c'è
speranza, l'unica soluzione plausibile è la rassegnazione, si prova
a combattere questo malessere interiore ed esteriore ma alla fine se
ne esce sconfitti in barba a tutti i possibili lieti fini cui favole
e tv ci hanno abituati, solo un enorme gioco al massacro che si apre
con "in bilico, in bilico, nel baratro, una moneta in più"
(Abito da battaglia, traccia 2) e si chiude con un proverbiale "sì
lo sai, giri intorno, sì lo sai, che sei un povero stronzo" (La
sera del dì di festa, traccia 9).
Un buon lavoro,
egregiamente prodotto, sapientemente orchestrato tra noise e riff ben
curati, ma che secondo me pecca in una cosa fondamentale, questo è
un disco, e in quanto tale deve essere un sunto di quello che è la
propria idea originale di pezzo, invece ascoltandolo sembra di
ritrovarsi in un live, troppo prolisso e troppo dispersivo nelle
parti noise (sulla traccia 3 "Fame" la canzone parte dopo 4
minuti di noise, e non dico il cantato, ma proprio la canzone).
Sono strasicuro che se avessi "visto" questo disco dal vivo
sarei ancora a stropicciarmi occhi ed orecchie, perché c'è una
potenza di fondo che colpisce allo stomaco e alla testa ma che
purtroppo, registrato su un supporto, perde tutta la sua efficacia,
anzi, a tratti risulta essere anche noioso.
In sostanza un
lavoro buono ma che può essere ancora molto sgrezzato senza però
perdere il suo fascino puro, aspettando ansiosamente un’opportunità
di live nelle mie zone così da poter scapocciare un po’!
Nicola Cigolini
6/10
Articolo ad opera di Giusy Elle
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