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INTRO
Dimenticati e Ritrovati,
l'album d'esordio dei Piemontesi SONNY & THE STORK, mi
giunge a casa per posta ma potrebbe essere arrivato anche via mare,
con un segreto messaggio all'interno di una bottiglia, come suggerito
dalla cover dell'album... Chi saranno mai questi due naufraghi di
oggi? Quale musica uscirà dall'ermetica confezione e cosa veglia e
suggella la Cicogna, quasi animale totemico della band? Andiamo a
scoprirlo assieme con la retrospettiva del duo e l'intervista ai suoi
musicisti...
BIOGRAFIA
I Sonny & the Stork nascono come duo a Vercelli nell'autunno
del 2014. Il chitarrista Diego Vermiglio (1989) e il batterista
Giuseppe Pagnone ('85) si incontrano in un momento di stallo della
reciproca carriera di musicisti. Entrambi autodidatti, si erano
formati suonando in band dagli svariati generi musicali ma al momento
si trovavano vacanti. Diego, appassionato di musica fin da ragazzino,
combina questa sua vocazione con quella dell'arte in generale: oltre
a suonare in band locali, studia infatti al Liceo Artistico e si
laurea in grafica pubblicitaria presso l'Acme (Accademia di belle
arti dei Media a Novara) con una tesi, guarda caso, su The Wall
dei Pink Floyd... Dopo aver anche militato come batterista in una
band sperimentale (i Keops, con brani propri strumentali) ormai si
esibiva da solista nel formato chitarra e voce. Beppe invece, dal
percorso di studi più prettamente tecnici (liceo per Geometri e
laurea in Economia) coltiva un'attrazione al ritmo fin dall'infanzia,
sfogando questa sua passione dai 16 anni in poi militando da subito
in band con repertorio originale. La sua esperienza più lunga e
notevole resta quella con i The GrAce, interessante quartetto di
AltRock che vanta un paio di pubblicazioni (Ep e Full lenght)
prodotti da Dave Timson e Mik Lennard degli Afterglow.
Incontratisi quindi in una serata come tante, e visti i comuni
gusti musicali, decidono di rimettersi in gioco formando un duo, solo
chitarra batteria, niente basso, niente altri membri nella band, solo
questa formazione minimalista che li concentra e stimola nella nuova
esperienza, semplici e soli in sala prove e su palco. Dai primi
tentativi di cover, si passa subito a creare canzoni proprie mentre
il duo scopre e costruisce la propria identità. Suonano parecchio
live ed il loro primo lavoro discografico, completamente
autoprodotto, che però non è un semplice Ep ma un album intero,
esce soltanto allo scadere dei due anni di formazione della band.
Dimenticati e Ritrovati, l'esordio discografico dei Sonny &
the Stork, esprime appieno la concezione della band, dalla grafica e
costruzione del concept fino, ovviamente, ai brani stessi in esso
contenuti. Registrato, mixato e masterizzato da Francesco Tambone
allo studio S88live di Gattinara (VC), in una mezz'oretta abbondante
di suono snocciola ben 9 tracce di piacevole e intramontabile rock
sanguigno, che strizza l'occhio alla tradizione d'Oltreoceano ma che
si esprime in un sentito cantato in italiano. I testi hanno molta
valenza all'interno del progetto S&TS, ed escono dalla mente
pensante del musicista all'interno della bottiglia (come da cover),
ideati quindi come un profondo messaggio da divulgare agli
ascoltatori. Testi che ci parlano del disagio di vivere in una
società complessa e deludente come quella odierna, che criticano
l'imperante piccolezza umana ma che, nell'insieme, non svelano mai la
sconfitta o l'abbandono, poiché alla fine c'è sempre una luce di
speranza, la possibilità di reagire, rivelando la natura di
combattente del suo compositore e il suo percorso di ricerca della
Verità... La sequenza dei brani si rivela così un
percorso di presa di coscienza della propria introspezione fino ad
arrivare a vere e proprie soluzioni per far fronte a problematiche
ricorrenti nella vita di ogni individuo.
L'amore e l'attenzione per i dettagli è espressa poi in maniera
sublime nella presentazione del supporto fisico: copertina chiusa da
una fascetta con sigillo, booklet con i testi dei brani... tutta la
raffinata elaborazione grafica e lo studio del packaging è pensata e
realizzata da Diego, il chitarrista e cantante stesso del duo, mentre
ogni Cd è montato completamente a mano in pezzo unico, come simpaticamente riproposto in questo video (in sottofondo
"Il secondo rinascimento", la traccia 7 dell'album).
Da lì in poi la strada per Diego e Beppe è tutta una
soddisfazione professionale: il release party con registrazione live,
interviste alla radio, musicazione di uno spettacolo teatrale,
riconocimenti nei più quotati Contest e Festival locali. Non manca
l'aspetto sociale nello spirito del duo, che si esibisce con piacere
in spettacoli di beneficenza a favore dei terremotati del sisma del
2016 in Centro Italia, come dei ragazzi disabili.
Attualmente li ritroviamo alle soglie della sala d'incisione,
pronti a dar forma al loro secondo lavoro discografico ricco di
novità; questa volta si appoggiano infatti a un produttore,
nientemeno che Livio Magnini, chitarrista dei Bluvertigo, che
contribuirà al nuovo suono della band. In attesa di ascoltare questa
versione rinnovata del duo raggiungiamo Diego Vermiglio, il
chitarrista/cantante/compositore del duo piemontese Sonny & the
Stork, nell'intervista a loro dedicata, mentre rimandiamo a un nuovo
articolo (qui) per la recensione a
Dimenticati e Ritrovati (o Dimènticati e Ritròvati) a
firma del chitarrista degli Aretini Samcro, Mario Caruso.
Video:
Video
promo dell'album https://www.youtube.com/watch?v=r017Dlg5CZE
Dal Release Party
Musicazione
a teatro https://www.youtube.com/watch?v=Z2UITvU2yeE
INTERVISTA
1.
Ciao Diego e Beppe, eccoci all'appuntamento Edp dedicato ai vostri
Sonny and the Stork. A proposito, ci spiegate come siete arrivati al
vostro nome e quale significato e funzione (totemica?) ha per voi la
cicogna?
Il nome
rappresenta l’unione di due mondi: Sonny l’uomo e Stork la
natura. Questo rapporto è molto importante perché deve aiutare
l’uomo a ritrovare la propria dimensione primordiale, il proprio
rapporto con la terra. La scelta della cicogna è portata dalla
somiglianza di Beppe con questo animale, alto e slanciato; inoltre
l’uccello in sé ha una dimensione di libertà particolare perché
può volare. Sonny, invece, deriva da un nome d’arte “Sonny boy
dita sanguinanti vermiglio”, nome affibbiato da un amico a Diego un
giorno che suonando la chitarra cominciò a sanguinare da un dito,
Sonny Boy è riferito ai ricorrenti nomi dei chitarristi blues e
vermiglio è sia un colore rosso che il cognome di Diego.
2.
Come mai avete scelto proprio la formazione a due? Quali sfide e
soddisfazioni vi ha portato?
Inizialmente la
formazione a due è nata da una semplice voglia di cominciare a
suonare insieme e vedere che possibilità avevamo, dopo poco tempo è
diventato un approccio più consapevole che ha plasmato la nostra
creatività musicale in direzioni che non avevamo mai esplorato. La
sfida più grande è avere una resa dei brani tale da consentire la
mancanza del basso senza risultare carenti nei suoni che li
compongono, altro elemento importante è l’immancabile dinamica che
riesce a dare variazione ai pezzi con il combinarsi di pochi elementi
sonori. La soddisfazione è portata dal riuscire ad esprimersi
semplicemente ed in modo molto diretto e liberatorio.
3.
Il vostro primo disco è frutto di un'elaborazione precisa e
studiata: ci volete descrivere la genesi della copertina e parlare
del concept grafico? Chi e cosa pensa l'uomo intrappolato nella
bottiglia? Qual è il messaggio che volete divulgare?
La copertina
rappresenta un uomo chiuso in una bottiglia, l’intera figura è
sommersa e lo rende isolato da tutto; l‘uomo non è disperato nel
suo isolamento, ma coglie il momento di totale solitudine per
riflettere su se stesso, sul suo stato d’animo e sulla sua vita. Il
retro della copertina è l’immagine della bottiglia rotta: l‘uomo
ha superato il suo isolamento, ha “rotto” i propri limiti ed è
riuscito così a liberarsi.
Per quanto
riguarda lo studio del packaging abbiamo cercato di avvicinarci allo
stile del vinile; infatti, l’album, è contenuto in una busta posta
all’interno di un’altra più grande. Anche la grafica presenta un
dualismo simbolico portato da un approccio semplice ed essenziale per
l’esterno delle buste in contrapposizione con il loro interno più
psichedelico e colorato; infine abbiamo aggiunto un poster su cui è
possibile leggere tutti i testi delle canzoni.
4.
Il titolo del vostro album, come voi stessi fate notare, ha una
duplice chiave di lettura: Dimenticàti e Ritrovàti oppure
Dimènticati e Ritròvati: qual è la vostra interpretazione prima, e
in ogni caso cosa è andato perso e recuperato?
Sì esatto, il
titolo presenta due piani di lettura diversi: “Dimènticati e
ritròvati” è un invito a guardare se stessi da un punto di vista
esterno distaccandosi momentaneamente dalle proprie ansie e
affrontandole in modo oggettivo per rivalutarle e trovare così un
atteggiamento nuovo per rimettersi in gioco. “Dimenticàti e
ritrovàti”, invece, è riferito ai propri valori che vengono
spesso compromessi dai problemi quotidiani della vita di ogni giorno;
l'invito è quello di riscoprire ciò che è veramente importante e
tralasciare quello che non ci permette di vivere pienamente. Il
messaggio generale non vuole trovare una soluzione a tutto, ma un
atteggiamento che ci faccia affrontare al meglio i problemi che
avremo sempre e comunque.
5.
I testi dei brani sono molto interessanti: una specie di critica alla
società moderna, alla frivolezza delle persone, ma ci sono anche
messaggi positivi, soluzioni alternative al modo di vivere... Diego,
tu che sei l'autore dei testi, ci sveli la filosofia che li sottende?
Ogni musicista
che scrive dei brani propri, spesso e volentieri riversa nei propri
testi una parte di sè quasi per esorcizzare alcuni pensieri ed
esperienze. I miei contenuti nascono sempre da ciò che vivo ed
osservo in prima persona, hanno anch’essi una sorta di doppia
lettura: il mio punto di vista, molto personale e introspettivo, e un
messaggio più generale rivolto a tutti.
6.
La scelta della lingua italiana, in una proposta rock dal sapore
molto U.S.A., è legata al desiderio di comprensione del testo, ossia
del suo messaggio?
Esattamente, uno
dei nostri obbiettivi più importanti è poter esprimere delle idee e
dei messaggi attraverso la nostra musica; l’utilizzo della lingua
italiana è una scelta sicuramente legata a questo aspetto.
7.
Il 25 e 26 Novembre entrerete in studio a Monza per la registrazione
del vostro nuovo album: ci svelate qualche segreto in anteprima? Sarà
nuovamente un full lenght? Sempre cantato in italiano? Cosa ci sarà
di diverso ed evoluto nelle sonorità e nella proposta dei Sonny &
the Stork tra le due composizioni?
Possiamo
dire che sarà un album sicuramente più maturo del precedente perché
ci piace scommettere su noi stessi affrontando sempre i nostri
limiti, sarà un full lenght formato da 9/10 brani circa e sempre
cantato in italiano. Per quanto riguarda le sonorità saranno
certamente diverse grazie all’intervento di Livio, che, tra le
altre cose, ha l’intenzione di registrare la chitarra con due
amplificatori (da basso e da chitarra) contemporaneamente e grazie
anche all’aggiunta di effetti per chitarra come l’Octaver per
compensare ancora di più la mancanza del basso. Una curiosità in
anteprima è che saranno presenti dei brani strumentali e che forse
ci sarà anche un pezzo in collaborazione con un terzo elemento.
8.
Mentre per il primo lavoro discografico vi siete basati
esclusivamente sulle vostre forze, ora vi appoggiate alla figura di
un produttore, e per di più rinomato. Com'è caduta la scelta su
Livio Magnini (Bluvertigo), come lo avete contattato e cosa vi
aspettate dal suo intervento?
L’incontro con
Livio è stato del tutto casuale. Abbiamo conosciuto una persona
molto vicina a lui e abbiamo subito colto l’occasione per fargli
avere il nostro primo album. La presenza di un produttore è un
aspetto del tutto nuovo per noi ed è sicuramente molto stimolante,
non sappiamo ancora cosa succederà in studio, ma sappiamo che Livio
è una persona molto disponibile e competente e che darà certamente
un valore aggiunto ai nostri brani.
9.
Una domanda più generica: com'è la proposta musicale in quel di
Vercelli e provinicia e in Piemonte in generale? Come vedete le nuove
leve musicali? E qual è per voi il futuro del power duo, come
line-up?
La proposta
musicale nel Vercellese, purtroppo, è sempre meno popolata da gruppi
che propongono brani propri ma piuttosto si tende alla cover o al
tributo; questo è un po' sconfortante soprattutto per la difficoltà
nel trovare delle date live come proposta originale. Devo però
spezzare una lancia in favore dei pochi che, nonostante tutto,
apprezzano e cercano di proporre il nuovo e il diverso e anche nella
nostra piccola realtà, fortunatamente, questo approccio è presente.
Il power duo è una realtà davvero particolare che è amata o
odiata, ma indubbiamente è un approccio musicale molto interessante
che crea anche una certa curiosità quindi siamo sicuramente positivi
nei confronti del suo futuro.
Direi
che siamo arrivati alla fine dell'intervista. Grazie Diego e Beppe
del vostro contributo e della vostra presenza qui all'Edp. Vi
attendiamo per l'ascolto del nuovo album. Intanto tanta buona musica
e lunga vita ai Sonny & the Stork! Grazie a voi!
DISCOGRAFIA
DIMENTICATI
E RITROVATI 2016 Autoprodotto (Altrock)
1.Frammenti
2.Wilson 3.L'amor proprio 4.386 5.L'intermediario 6.Blush 7.Il
secondo rinascimento 8.Karma dignità e classe 9. Ilario
QUI la nostra recensione
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Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
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