Presenti nella nostra New Releases 2020 Compilation
INTRO e Live Report
Causa
un sacco di impegni, tra lavoro, famiglia e hobby non arrivo a
seguire con frequenza i live musicali; appena c'è un power duo in
regione, però, vedo di non farmelo scappare! I GIUDI E QUANI,
giovane e frizzante combo veronese, non mi erano sfuggiti
all'attenzione grazie a un simpatico loro intervento a Balcony Tv Trento. Quando ho saputo che si esibivano nel paese accanto
al mio, in comodissimo orario aperitivo (eh sì, perché noi
lavoratori che ci alziamo all'alba ogni giorno odiamo i concerti
delle 22.00 che prima di un'ora, un'ora e mezza sai già che non
iniziano, mentre scalpiti al pensiero che questo terzo turno della
giornata lo pagherai all'indomani...), non me li sono certo lasciati
scappare. Presa un'oretta di permesso dal lavoro eccomi all'OKO Bar di Pergine Valsugana, un piccolo e comunissimo bar di
paese gestito però da uno storico e lungimirante Giorgio Eccer
(BarOko di Mattarello e Flambard di Trento) che della musica live fa
il suo stendardo da sempre. La clientela affezionata, coltivata nei
decenni e formata da molti (ex) musicisti, è insolitamente
eterogenea per età e stile, mentre molte donne s'aggirano per il
locale. Una piacevole sorpresa che finalmente non mi fa sentire in
minoranza... Arrivo che il locale è già affollato eppure fino alla
fine del live continua a stiparsi gente mentre i due giovani sul
palco danno il meglio di sé: alla batteria dal set up minimalista
c'è una giovane e graziosa pulzella che suona con grinta, canta con
passione e sempre elargisce sorrisi con gioia accattivante; il suo
compagno alle 6 corde, anche lui con presenza scenica e abilissimo allo
strumento, ne viene in parte eclissato. Non è comunque un
equilibrio stonato perché Giuditta, il punto focalizzante del live,
ha il senso dell'equilibrio: ha energia da vendere, suona canta urla
sorride dialogando col pubblico, ma senza mai esagerare. E' fascinosa
e ribelle, dolce e grintosa, perfino selvaggia, ma mai sopra le
righe... Sebbene l'attenzione cada inevitabilmente sulla componente femminile del duo, l'energia che scaturisce dal palco è ovviamente frutto congiunto del sudore di entrambi.
Un
piacevole concerto quindi, tra brani originali e cover rivisitate nel
loro stile personale: una miscellanea di più stili, tra potenza del
rock, sguardo disincantato-ironico del punk e l'energia vitale del
soul, che parla al cuore e all'anima di ognuno di noi. Niente di
nuovo, a dire il vero, eppure tanto di comunicativo e coinvolgente
per un duo dalle solide basi musicali e da un repertorio vastissimo,
basti pensare che possono coprire una serata di 4 ore senza ripetere
un brano, e che il loro album d'esordio è da subito un dieci
pezzi... Giudi&Quani hanno un qualcosa in più e il pubblico lo
percepisce... per il release party hanno scelto una serata a teatro
ma i biglietti sono svaniti subito tanto da... dover raddoppiare
l'esibizione nella sera stessa! Non è cosa da tutti i giorni, vero?
Andiamo quindi ad approfondire il duo per capire la magica ricetta
del loro successo.
BIOGRAFIA
Fin
qui la descrizione di un concerto live dal punto di vista di un
anonimo spettatore: due giovani musicisti che senza ombra di dubbio
si divertono a suonare e che comunicano questa gioia palpabile alla
platea intera. Se poi vai ad analizzare un po' la biografia, beh, si
inizia a capire un sacco di cose! Il perché di tanta scioltezza e
agio su palco, oppure il motivo di tale destrezza nei vari generi
musicali. Sì perché i 'giovani ragazzi' non sono poi così giovani
(sembrano ancora universitari, in effetti!) ma hanno avuto tutto il
tempo per costruirsi una carriera, tra band dai generi più
disparati, tour europei, o il ruolo stesso di turnista. Esperienze
non da poco! Entriamo quindi nei dettagli del loro percorso formativo
musicale per capire più a fondo Giudi e Quani come punto di
arrivo.
Francesco
Quanilli (classe '89) si esibisce dal vivo fin dall'età di 16 anni
incominciando col rock anni '70/glam e funk (Skyquake) per poi
intraprendere un percorso prog da cui la formazione dei Masons
(2007-2014). Un'esperienza, questa, concretizzata in due album molto
intensi che gradualmente dal prog più purista si spostano verso
sonorità più indie e blues attingendo a pieno dal rock inglese (prima fase; seconda fase).
Dalle ceneri della band nascono invece gli Hardcobaleno, trio
electro/prog/rock, mentre Francesco non disdegna jam session di vario
tipo, da cui la conoscenza con Giuditta e la successiva nascita dei
Giudi e Quani. Ecco quindi che la maestria di Francesco alle 6 corde
è ampiamente giustificata...
Ma
cosa dire di quell'esplosiva compagna alle pelli??? Giuditta Cestari
(1986... alla faccia che delle pulzelle non si rivela l'età...)
picchia i tamburi fin dai teneri 12 anni (mentre inizia un percorso
di studio al piano) formando da subito la prima band punk e ska. Un
gruppo dalla lunga carriera live che sfocia soltanto nel 2006 nella
pubblicazione del primo, omonimo album. Dal 2003 Giudi suona in
pianta stabile col fratello Arrigo Cestari (Bikini the Cat)
nella
band Lord Byron e le sue Amiche Ruspe, con il quale hanno inciso un
Ep nel 2005 mentre è di prossima pubblicazione il primo full-lenght.
Fin qui tutto normale... ma l'energia vulcanica di Giuditta non
poteva restare arginata nella semplice routine delle band di casa!
Amante delle collaborazioni, ogni scusa è buona per formare un nuovo
combo: nel 2008-2009, periodo in cui studia in Olanda, fonda la band
Can't Dutch This, mentre durante un soggiorno in Australia
(2010-2011) come non può creare una nuova band? Ecco il turno degli
All Day Breakfast... Ovviamente anche tra i confini nazionali la
ragazza si dà da fare: nel 2014 incide due brani come cantante
nell'Ep della band veronese Nexus; tra il 2012 e il 2015 suona come
batterista e backing vocalist nella band stoner-punk Brains Thieves
ma anche in una formazione padovana hard rock in versione all-female.
Nel 2015 presta i suoi servizi di batterista e vocalist nei due tour
italiani del chitarrista australiano Tim Mcmillan fino a suonare,
l'anno successivo, in un'orchestra completa, per un concerto a Teatro
Ristori a Verona. Il progetto ORCHESTRA OF DOOM (in collaborazione
con “Fucina Culturale Machiavelli”) è un'esperienza originale
che andava a proporre brani di Black Sabbath e Ozzy Osbourne
riarrangiati interamente per orchestra dal Maestro Andrea Battistoni
con la speciale partecipazione di nomi internazionali di spicco:
Whitfield Crane alla voce (Ugly Kid Joe), Lee Richards dei Godsmack
(Dropbox, Another Animal, Richards-Crane) e nuovamente Tim McMillan
alle chitarre acustiche. Grande esperienza dalla splendida resa che
vogliamo condividere con voi (qui il
rockumentary). Nel 2018, infine, Giuditta partecipa come batterista a
due tour, uno italiano e uno tedesco, per Joel Sarakula, musicista e
songwriter australiano con base a Londra.
Ebbene
ragazzi, anche se non avete ancora ascoltato la Cestari in azione,
potete crederci che il suo talento non passa inosservato, vero? Come
dicevo, certe carriere parlano da sole...
E'
evidente che per i due, in particolare per Giuditta, la musica è
parte fondamentale del proprio sostentamento, ma non pensiate che
l'energia della ragazza si esaurisca per così poco! In tutto questo
è riuscita a diplomarsi al Liceo Linguistico, raggiungere la laurea
in Scienze della Comunicazione, Editoria e Giornalismo (con tesi di
laurea sui fumetti e il graphic novel autobiografico), specializzarsi
con un master in didattica dell'italiano, che insegna privatamente,
mentre da anni lavora pure nel mondo dell'abbigliamento... per non
farsi mancare nulla, poi, e per compensare una mente che sostiene
essere iperattiva, si dedica agli sport intensi, come skateboard,
pattinaggio, surf... anche Francesco denota una vena sportiva non da
poco, cimentandosi per anni nello judo e divertendosi con gli sport
invernali adrenalinici, tipo sci freeride. Anche lui mentre professa
la sua attività di fisioterapista... a questo punto un po' d'invidia
mi sorge e in fase d'intervista dovrò proprio chiedere loro la
ricetta segreta della colazione del super musicista!
Da
incontri in varie jam session veronesi, Francesco e Giuditta decidono
infine di suonare assieme, questa volta è per entrambi un'esperienza
minimale, e il duo GIUDI E QUANI si forma ufficialmente nel Febbraio
2016 tra le mura di casa, visto che i due sono stati coinquilini per
quattro anni. Condividere la quotidianità, dalle bollette alla
gestione dell'appartamento, ha messo le basi a quel senso di forte
complicità necessario per un duo, unendoli sia come amici che come
musicisti. Contrariamente a quanto si può pensare, i due in realtà
non sono una coppia nella vita.
Come
si diceva nell'intro, il genere musicale del duo fa incontrare stili
diversi: la potenza del rock, l'irruenza del punk, il tutto mescolato
col soul, secondo Giudi e Quani il linguaggio sonoro che più di
altri parla all'anima e al cuore della gente... che sia questo, o
tutti insieme, l'ingrediente segreto del successo del duo? Oppure la
loro maestria in combinazione con una sana simpatia che pervade ogni
loro esibizione? Sì perché di successo si può parlare, basti
pensare che attualmente suonano un paio di volte la settimana nella
loro zona mentre una serata a teatro per la presentazione dell'album
non è bastata, tanto da dover raddoppiare l'evento... Hanno inoltre
già suonato per eventi importanti come il concerto di beneficenza
ABEO 2018 al Teatro Romano di Verona assieme alla band Soul System,
vincitrice di X-Factor, al Festival I-DAYS 2017 a Monza, nella
giornata in cui si sono esibiti Radiohead, James Blake e Michael
Kiwanuka nonché in Piazza Bra a Verona per il capodanno 2018 davanti
a un pubblico di oltre 20.000 persone, assieme a Veronica Marchi e
ancora ai Soul System.
Il
loro eponimo album d'esordio esce nel Dicembre 2018, in forma
autoprodotta grazie alla campagna di crowdfunding con la piattaforma
italiana Musicraiser ed è distribuito dall’Editore Freecom; ora
disponibile in streaming anche su Spotify e Youtube mentre nel
Gennaio 2019 è uscito il primo videoclip per il singolo “Looking
for More" che raccoglie simpatici estratti dai loro vari live.
Giudi e Quani, ottimamente recensito dalla stampa del settore,
è un album eterogeneo come le emozioni che contiene: amore,
incomunicabilità, libertà, disperazione quotidiana e voglia di
combattere le difficoltà. Da subito un 10 pezzi per una mezz'oretta
totale di musica, che ci fa immaginare all'istante l'approccio
comunicativo dei due, come fossimo già sotto il palco ad
acclamarli... Ecco quindi qui un po' di link per ascoltare questo duo
rivelazione degli ultimi anni mentre nell'articolo a seguire potremo
godere della recensione del nostro
Bob Cillo (Dirty Trainload). Procediamo
ora con la testimonianza diretta dei due giovani musicisti, grazie
all'intervista a Giuditta Cestari e Francesco Quanilli del duo
veronese GIUDI E QUANI. Come sempre... buon ascolto e buona lettura!
"Looking
for More" O.V. https://www.youtube.com/watch?v=8X6CRLEnjfQ
INTERVISTA
1.
Ciao a voi Giuditta e Francesco, mi fa proprio piacere ospitare un
duo fresco e allegro come il vostro. Avete raccolto una bella
esperienza alle spalle prima di fondare il duo GIUDI E QUANI, come
siete approdati alla fine a questo progetto, e perché proprio il
duo?
Giudi:
Ciao! La scelta di fondare una band in due con Quani è nata senza
premeditazioni, ci siamo incontrati in un momento particolare in cui
entrambi avevamo voglia di sperimentare nuovi progetti musicali e
metterci in gioco; l’idea del duo ci ha permesso di portare il
nostro show nelle situazioni più svariate, grazie alla
strumentazione essenziale, ad incastro perfetto nella FIAT Panda di
Quani. Il duo ci ha portato a sviluppare arrangiamenti creativi e di
puntare all’essenzialità come chiave interpretativa.
2.
Francesco, so che sei molto versatile dal punto di vista
dell'amplificazione usando svariate soluzioni per la resa a due, a
seconda degli ambienti. Anche senza sdoppiare il suono della chitarra
nell'ampli del basso, riesci ad ottenere suoni potenti e presenti. Ci
sveli un po' delle tue soluzioni tecniche?
Quani:
L' obiettivo è ottenere un un suono caldo e aggressivo che permetta
di riempire una vasta gamma di frequenze, dando profondità al
contenuto armonico. Le tecniche per ottenerlo sono diverse: spesso
collego chitarra e pedali direttamente nel mixer, in line, attraverso
una d.i con il segnale stereo. Significa che il suono acquisterà
maggior apertura dando l’impressione di essere circondati; inoltre
in questo modo si ottiene una particolare ruvidezza e distorsione del
suono differente dagli amplificatori, in alcuni casi molto
interessante.
Talvolta invece splitto il segnale come nelle soluzioni più standard, ossia divido il suono in 2, separo la linea di frequenze basse dalle frequenze medio-alte rispettivamente attraverso un amplificatore da basso e uno da chitarra. Questo mi permette di avere una buona copertura sonora ed è molto soddisfacente da suonare, conferisce molta potenza!
Talvolta invece splitto il segnale come nelle soluzioni più standard, ossia divido il suono in 2, separo la linea di frequenze basse dalle frequenze medio-alte rispettivamente attraverso un amplificatore da basso e uno da chitarra. Questo mi permette di avere una buona copertura sonora ed è molto soddisfacente da suonare, conferisce molta potenza!
3.
Tutte le vostre esperienze passate vi hanno conferito maturità e
leggerezza sul palco, si vede che riuscite proprio a divertirvi. Come
descrivereste il momento attuale nel percorso della vostra carriera?
G:
Personalmente è un momento in cui voglio riuscire a esprimermi
sfruttando tutti gli input di vita e musicali che ho sperimentato
fino ad oggi, che mi hanno fatta crescere e maturare maggiore
consapevolezza individuale e musicale. So che c’è tanta strada da
fare e questo mi dà la spinta a voler tirare fuori nuove idee e
scoprirmi allo stesso tempo, dar voce a emozioni che ancora non hanno
avuto modo di emergere.
Q:
Abbiamo percepito entrambi un’ottima risposta da chi ci ha
ascoltati finora e vogliamo portare con noi questa bella energia per
produrre sempre nuovo materiale.
4.
Giuditta, so che suoni da tanti anni anche nei "Lord Byron e le
sue Amiche Ruspe", la band di tuo fratello Arrigo. Sono un po'
curiosa, è il tuo fratello maggiore, quello che ti ha avvicinato
alla musica, magari alla batteria stessa? Sei cresciuta in un
ambiente musicale?
G:
Sì, la mia è una famiglia di creativi, mio padre musicista sin da
adolescente, batterista negli ANABAS negli anni ’60, ancora attivo
(suona ogni weekend in giro!), mi ha sempre esposta a diversi generi
musicali, educandomi all’ascolto. Mio fratello Arrigo,
polistrumentista e pittore, mi ha da sempre mostrato il suo mondo, in
cui mi sono immersa totalmente fin da piccola, da quando assistevo
alle elementari alle prove dei suoi gruppi, nella taverna di casa, o
assistevo ai live nei locali... dal grunge al funk al blues, fino a
che non abbiamo nel 2003 cominciato a suonare nella stessa band. Un
sogno diventato realtà! Adoro mio fratello e lo ringrazierò sempre
per tutto il suo supporto incondizionato nei miei confronti.
5.
Vi siete formati esattamente tre anni fa e a Dicembre dello scorso
anno avete pubblicato il vostro primo lavoro discografico,
direttamente un full lenght, di quelli alla vecchia maniera, con ben
11 tracce. Avete raccolto un bel po' di materiale inedito in questo
periodo... come si sviluppa il vostro processo creativo?
G:
Non abbiamo ancora sviluppato un metodo compositivo unico; alcuni
brani nascono da un testo scritto al quale accompagno una melodia o
degli accordi base con il pianoforte, che in seguito vengono
rielaborati assieme attraverso una scelta armonica mirata al suono
che vogliamo ottenere e alle preferenze stilistiche di ciascuno;
altri brani nascono da un riff e poi si strutturano man mano
attraverso la scelta delle linee melodiche della voce e degli stacchi
ritmici che ci convincono di più; altri brani erano maturi già da
qualche anno ma li tenevo nel cassetto da tempo, in attesa del
momento per farli esplodere ;). Sicuramente l’aspetto ritmico è
importante essendo in due ed entrambi amiamo le melodie, quindi
cerchiamo sempre di dedicare il tempo necessario per sceglierle
(anche a costo di sbatterci la testa un bel po’ haha).
6.
La dimensione live è sicuramente il vostro mondo, ma molta di questa
freschezza traspare anche dai brani registrati, come avviene il
processo di recording?
G:
Abbiamo scelto di registrare le tracce di batteria e chitarra ritmica
assieme proprio per mantenere una certa naturalezza e fedeltà con il
live. In seguito abbiamo sovrainciso ulteriori tracce di chitarra e
le voci. Per il brano “Dear friend”, voce e chitarra sono state
incise assieme. Synth, organo Hammond e violini sono stati incisi in
seguito.
7.
Per la pubblicazione di Giudi e Quani
vi siete avvalsi della raccolta fondi tramite Musicraiser. Ci volete
descrivere il percorso di questa campagna crowdfounding? Come
descrivereste la vostra esperienza?
G:
Musicraiser è una piattaforma di raccolta fondi che permette ai
musicisti di finanziare il proprio progetto attraverso delle
donazioni fatte dai fan, in cambio di ricompense decise dai
musicisti. (album, merchandise, concerti speciali, ecc). La nostra
esperienza con Musicraiser è stata molto positiva, siamo riusciti a
impostare una campagna di successo, in cui abbiamo superato il budget
che ci eravamo prefissati, permettendoci così di coprire le spese
delle incisioni e della stampa dei dischi. Abbiamo inoltre
partecipato a due eventi live organizzati da Musicraiser a Milano,
esibendoci a Base e al Rocket.
8.
State suonando veramente molto in questo periodo, un paio di volte la
settimana, nella vostra zona. Simpatico il primo video di "Looking for More", che riporta appunto estratti delle vostre esibizioni.
Avete in programma anche un tour fuori regione, magari questa estate?
G:
Sicuramente la nostra intenzione è quella di suonare il più
possibile e spostarci in nuove zone, ad esempio il 15 Febbraio saremo
a Siena. Seguiteci sui nostri canali Facebook e Instagram dove
aggiorniamo sempre tutte le date!
9.
Infine, me lo ero ripromessa... mi dovete spiegare come riuscite ad
avere tutta questa energia! Sul palco date molto, vi riuscite a
destreggiare tra impegni quasi totalitari con la musica ma poi c'è
anche il lavoro quotidiano, se riuscite a trovare tempo libero
addirittura vi cimentate in sport energici! Riposare, mai?
G:
La musica ci ricarica le batterie, quindi non è per noi una fatica,
anzi! Di certo c’è una passione viscerale alla base, che ci fa
vivere i piccoli sacrifici a cui andiamo incontro non come un peso ma
come una scelta positiva... insomma... la musica è la nostra vita e
ci rende felici!
Vi
lascio concludere con parole vostre mentre vi auguro di raggiungere
grandi soddisfazioni con il duo Giudi e Quani! Buona carriera a
voi...
Grazie
Giusy per il tuo grande entusiasmo e per l’attenzione che dai alle
band emergenti, il tuo è un lavoro davvero apprezzato! Anche noi ci
auguriamo di continuare questa avventura sempre con il fuoco dentro,
ottenere soddisfazioni e riuscire a raggiungere più persone per
condividere assieme l’energia della musica, che ci permette di
sognare e ritrovarci !
Link band
YOUTUBE:
http://www.youtube.com/c/GIUDIeQUANI
SOUNDCLOUD:
https://soundcloud.com/giudiquani
INSTAGRAM:
https://www.instagram.com/giudiquani/
MUSICRAISER:
https://musicraiser.com/projects/8424
DISCOGRAFIA
GIUDI
E QUANI 2018, Autoprodotto/Freecome
(GaragePunk, Soul)
1.Queen of Pony 2.Bro Vs Bro 3.The Doves 4.Hang your earrings
5.looking for more 6.Wing 7.Dear Friend 8.Teen Trap 9.Feeling
High 10.Time of the Day
Qui
lo ascolti
Qui la nostra recensione
Articolo
e intervista ad opera di Giusy Elle
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